Sono più sexy le parigine, le calze a rete o le autoreggenti?

Il reggicalze era l’indumento che faceva di una bambina una signorinella e le permetteva di abbandonare quei fastidiosi, colorati e poco femminili calzettoni e, in estate, calzini con relativi sandali con gli occhi. Oggi sono le calze in lycra – collant o autoreggenti – a farla da padrone ma fino a circa 70 anni fa esistevano solo calze in seta , lana o cotone. Poi, nei primi anni del ventesimo secolo arrivarono nuovi materiali: il rayon, o seta artificiale, e in seguito, nel 1938, il nylon, creato dall’americano Wallace Carothers e definito “resistente come l’acciaio e delicato come una ragnatela”.

Il reggicalze era l’indumento che faceva di una bambina una signorinella e le permetteva di abbandonare quei fastidiosi, colorati e poco femminili calzettoni e, in estate, calzini con relativi sandali con gli occhi.

Oggi sono le calze in lycra – collant o autoreggenti – a farla da padrone ma fino a circa 70 anni fa esistevano solo calze in seta, lana o cotone.
Poi, nei primi anni del ventesimo secolo arrivarono nuovi materiali: il rayon, o seta artificiale, e in seguito, nel 1938, il nylon, creato dall’americano Wallace Carothers e definito “resistente come l’acciaio e delicato come una ragnatela”.
Nel 1959 l’inglese Allen Grant Sr. creò il collant di nylon e l’universo femminile ne fu conquistato grazie alla praticità e al comfort che queste nuove calze rappresentavano.
Erano gli anni del boom della minigonna, che rendeva scomodo l’utilizzo dei vecchi reggicalze di cui gli uomini furono presto privati a malincuore.

Negli anni ’80 tornarono i collant, soprattutto di seta e nel 1987 fu la volta delle autoreggenti con il bordo interno ricoperto di silicone per impedire alla calza di scivolare. Le autoreggenti sono un ottimo compromesso tra le vecchie giarrettiere e i collant, anche se, per motivi di circolazione, i medici sconsigliano di usarle quotidianamente.

Negli anni ’90 l’industria della moda ha creato modelli e materiali sempre più confortevoli come i collant a vita bassa e il tactel, altra miracolosa fibra brevettata dalla DuPont. Risalgono agli anni ’90 anche i tecno-collant, in grado di comprimere nei punti giusti regalando a tutte gambe da fenicottero e fondoschiena brasiliani. Un po’ rigidi da indossare e certo non proprio sexy alla vista.

Da circa tre anni sono molto in voga le parigine, che prendono il nome dalle ballerine del French Cancan che le usarono per prime. Apparentemente sono dei calzettoni più lunghi del normale ma una volta indossate, seppur abbastanza coprenti, regalano un’allure sensuale e innocente al tempo stesso.

I “denari” sono l’unità di misura dei collant e corrispondono al peso in grammi per 9.000 metri di fibra. Ad esempio, 20 denari corrispondono a 20 grammi per 9.000 metri di fibra. Più il numero di denari è basso più il collant sarà sottile. Si parte dagli 8 denari e si può arrivare a più di 100. Se volete sedurre il partner il consiglio è di rimanere sotto i 20 denari e magari optare per un bel paio di autoreggenti o per una sempre gradita guepière.

Parigine, calze a rete o autoreggenti? La guerra sexy delle calze da donna su Il Tempo

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